L’antica città Romana
La caratteristica urbanistica Roma è evidente a Lucca più che in altre località della Toscana anche se la città ha visto in epoche successive altre dominazioni che l’hanno comunque trasformata. Piazza dell’Anfiteatro è un esempio di questa urbanistica Romana, una piazza ricavata dall’originario anfiteatro e piazza San Michele non è da meno, collocata sul Foro ma anche la classica disposizione Romana delle vie ne caratterizza l’urbanistica.
Lucca fu dominata anche dai Longobardi e dopo tale dominio, nel medioevo, Lucca si impose per le sue famose tessiture, diventando una delle città più importanti di terra Toscana. Firenze dominava praticamente tutta la Toscana e non solo, avendo forte influenza anche su altre città al di fuori di questa Regione ma Lucca non finì mai nell’influenza fiorentina: la città rimase una Repubblica indipendente fino al 1799 quando Napoleone la ricostituì nel Ducato di Lucca e Piombino, poi Ducato di Lucca e ancora Granducato di Toscana, questo per un periodo molto limitato, soltanto quattordici anni, prima di passare al Regno di Sardegna.
Cosa vedere a Lucca
Lucca è cinta da mura costruite tra il XV e il XVII secolo, completamente intatte ancora oggi e visitabili, un caso unico in ambito nazionale, nessun’altra città italiana ha una fortificazione simile completamente intatta anche grazie a costanti manutenzioni e restauri.
Queste mura sono lunghe 4 chilometri e sono costeggiate da alberi che rappresentano un refrigerio con la loro ombra per gli abitanti della città e da prati, meta di gite fuori porta, mai termine fu più adeguato, dei lucchesi. Sono sei i passaggi che permettono di oltrepassare queste possenti mura, le porte Santa Maria, San Jacopo alla Tomba, Elisa, San Pietro, Sant’Anna, San Donato. Una veduta dall’alto della città di Lucca dà il senso reale di quanto Lucca sia stata indipendente nel trascorrere dei Secoli. Ovviamente le stesse mura hanno rappresentato il limite di sviluppo della città vecchia ma ha anche consentito la difesa della città stessa, mantenendola intatta ed indenne dagli attacchi di altre popolazioni.
Facciamo partire la visita da Piazza dell’Anfiteatro, di forma ellittica che ha trovato la sua forma definitiva grazie all’opera dell’architetto dell’800 Lorenzo Nottolini che la ricavò dall’antico Anfiteatro Romano.
Oggi Piazza dell’Anfiteatro è il salotto della città, con bar e negozi a favore dei cittadini e dei visitatori ma un’altra Piazza è anche particolarmente amata dai lucchesi: Piazza San Michele sorge su quelli che sono i resti dell’antico Foro Romano. Con il tempo questa costruzione Romana ha visto sviluppare intorno alla “nuova” piazza Palazzi medievali tra i quali si possono ammirare il Palazzo Gigli e il Palazzo Pretorio, anche chiamato Palazzo del Podestà. Sotto a tali palazzi si trovano logge frequentate e amate dagli abitanti, luogo di ritrovo dei lucchesi e che divengono protagoniste di vari eventi nel corso dell’anno.
La chiesa che si affaccia in questa piazza non poteva avere un nome diverso: Chiesa di San Michele in foro che presenta una facciata calcarea a quattro logge con la statua dell’Arcangelo Michele che la sormonta; una leggenda vuole che tale statua abbia uno smeraldo incastonato ma nascosto, che si rende visibile solo in particolari condizioni luminose. Vale la visita anche la Torre Guinigi, in pietra e mattoni che conferiscono a questa torre un vivace colore rosso e con la particolarità di avere sulla sua sommità dei lecci. In epoca medievale esistevano molte torri in città ma nel sedicesimo secolo vennero abbattute , tutte tranne la torre Guinigi. Questa volta abbiamo lasciato per ultimo il Duomo tra gli oggetti della visita alla città.
Il Duomo, la Cattedrale di San Martino costruito tra il XI e il XII secolo ospita al suo interno opere di eccezionale valore come i monumenti funebri dipinti dal Ghirlandaio e dal Tintoretto e forse ancora più pregiati il Crocifisso del Volto Santo e il Monumento Funebre a Ilaria del Carretto , due capolavori di Jacopo della Quercia, un’opera tra le più belle di tutto il quattrocento italiano. Questa opera commemora la seconda moglie di Paolo Guinigi che fu signore di Lucca, un capolavoro in cui la poveretta viene immortalata con un volto pieno di serenità e dolcezza avvolta in un abito ricco di panneggi e virtuosismi ammirevoli.